mercoledì 2 dicembre 2015

Pane in cassetta (pancarrè) senza burro a lievitazione naturale.


Il pane in cassetta comperato ormai non riesco più a mangiarlo, quando invece faccio il pane al latte con dentro anche il burro, mi rimane sempre pesante.
Mi sono messo quindi a studiare un impasto a lievitazione naturale con solo grassi vegetali.
Inoltre volevo anche che rimanesse abbastanza morbido e scioglievole. Per fare questo ho quindi pensato di di usare il water roux.
Il water roux, o tang zhong, è una miscela di acqua e farina nel rapporto 5 a 1 (5 parti di acqua e 1 parte di farina) portati a 65° mescolando energicamente sul fornello di casa. Quando scaldiamo questo composto miscelandolo con una frusta, arrivando a 65° C ci accorgeremo che cambierà di "struttura", ovvero da liquido diverrà della consistenza di una besciamella. Una volta raggiunta la consistenza si spegne e si lascia raffreddare. Si può conservare nel frigo fino a 3 giorni ed usarlo direttamente dal frigo.

Tornando al nostro impasto ho usato una biga per avere maggiore spinta nell'impasto. La biga apporterà profumi e sapori al nostro impasto e ci permetterà di avere una buona quantità di massa lievitante per spingere in alto il nostro impasto.
Se non disponete di malto diastasico e di lecitina di soia, tralasciatele tranquillamente. La lecitina se è in granuli andrebbe ammollata e sciolta in poca acqua, quel tanto che basta per farla amalgamare all'impasto. Io l'ho inserita direttamente nel water roux.

Per questo pane ho usato un apposito stampo per pane in cassetta, di quelli rettangolari con la serranda per la chiusura. Eccolo:

Questo stampo ha una dimensione di (PxHxL) 30x15x15. E' enorme!!!
Per sapere la quantità di impasto si può usare l'apposito calcolatore (qui il link), oppure calcolate il volume e dividetelo per 6. Es. 30x15x15=6750/5=1350.
Se volete una mollica più aperta dividete per 6, se volete una mollica più chiusa dividete per 4.
La prima volta ho usato una quantità eccessiva di impasto, ovvero ben 1/3 del volume, ovvero 2500 grammi. Difatti in cottura parecchio impasto è fuoriuscito dalle fessure e dai bordi del contenitore.

Di seguito riporto le dosi


Veniamo alle modalità di impasto

La sera (19-20):
Ho impastato il prefermento (simil biga) e l'ho lasciato maturare 12 ore. Nello stesso momento ho fatto anche il water roux. Si scalda acqua e farina nelle proporzioni 5 a 1, si fa arrivare a 65 gradi e si spegne. Se non si ha il termometro si riconosce che è pronta quando diventa tipo besciamella. Si copre con pellicola e si lascia raffreddare. In frigo dura anche tre giorni.

La mattina seguente (8-9)
Si mettono in macchina tutti gli ingredienti, ad eccezione del sale e dell'olio.
Quando l'impasto comincia a prendere forma si aggiunge l'olio un pochino per volta fino a far assorbire tutta la farina. Si inserisce il sale e quando prende corda si fa assorbire l'ultimo olio. Si deve lavorare molto bene l'impasto per dargli un'ottima corda. L'impasto deve risultare liscio ed omogeneo senza grumi e deve arrivare a fare il velo.

Si tira fuori dalla macchina e si lascia riposare 2-4 ore a temperatura ambiente. Giusto il tempo che la lievitazione parta. Se siamo in estate, saranno sufficienti 2 ore, mentre in inverno ne serviranno sicuramente di più. Quando ha lievitato di circa il 50%, si prende l'impasto, si mette sulla spianatoia e si stende della larghezza dello stampo (30 cm nel mio caso) e di lunghezza a piacere, basta non fare lo spessore troppo sottile.
Si arrotola a salsiccia e si mette nello stampo imburrato.

Il mio ha lievitato dalle 11 di mattina fino alle 6 del giorno dopo. E' stato leggermente troppo, infatti era arrivato alla cima e in cottura ha straripato.
L'importante è che arrivi a qualche cm dal bordo, dopodichè si può cuocere.

La cottura l'ho fatta in forno statico per 50 minuti a 180° C ed è rimasto nel forno spento ancora per un pochino.
Sfornato e lasciato raffreddare.

Quando sarà completamente freddo lo potrete tirare fuori dallo stampo.
Se lo tirerete fuori dallo stampo quando è ancora caldo, il pane rischierà di collassare sui bordi, mentre si fredda, in quanto la crosta esterna non ha sufficiente spessore per sorreggere il peso. Garantito!!! 

Ed ecco il risultato finale.














mercoledì 25 novembre 2015

Pane di grano abbondanza, saragolla e lievito di segale

Con lievitazione in frigo (opzionale)

Era il compleanno di un mio parente e mi hanno chiesto di fare un pane per cena. Ci sarebbero stati degli antipasti di carne quindi ho pensato ad un pane semi-rustico che esaltasse i sapori, soprattutto quello del ciauscolo e del salame.
Ho quindi deciso di usare la farina di grano tenero varietà abbondanza, di grano duro varietà saragolla sempre dell'Agricola Di Pietro di Capena. Il grano duro ha la funzione di aggiungere un tocco di rustico alla mollica e di dare maggiore croccantezza alla crosta. Per chi non dispone di queste farine, può usare una farina tipo 1 di media forza (circa W260-280) e di una buona semola rimacinata.
E come sempre ho usato il lievito di segale con lievitazione finale in frigo. La lievitazione finale in frigorifero è opzionale, se volete si può fare tutto in giornata, ma io per comodità uso spesso il frigo avendo del tempo frammentato durante la giornata.
Per aggiungere ulteriore gusto al pane ho deciso di usare anche un prefermento (quasi una biga).
La quantità di farina prefermentata è del 30% sul totale della farina prevista in ricetta.
Riporto come sempre le dosi per un impasto da 1,1 kg a crudo, che darà una pagnotta di poco meno di un chilogrammo da cotta.

Preimpasto (Biga)
Farina di abbondanza 194 g
Acqua 97 g
Lievito di segale 20

Impastare la biga per 2 minuti in prima velocità avendo cura di far assorbire tutta la farina, ma cercando di non sviluppare troppo il glutine.
Lasciar maturare la biga a TA (Temperatura ambiente) avendo cura che non sia superiore ai 22-23 gradi, pena la surmaturazione dell'impasto.

Impasto finale
Farina abbondanza 324 g
Farina saragolla (grano duro rimacinata) 130 g
Acqua 324 g
Sale 13
Biga 231

Sciogliere la biga con un po di acqua nell'impastatrice, per un paio di minuti, giusto per evitare che si formino i grumi.
Versare tutta la farina e quasi tutta l'acqua, impastare fino a che l'impasto non si è ben formato, inserire il sale e versare a filo l'ultima acqua.
Chiudere l'impasto a macchina e adagiarlo sopra una spianatoia in legno, coperto a campana con una ciotola.
Effettuare 3 serie di pieghe a tre ogni 40 minuti.
Stagliare nel caso si sia fatto più impasto di quello indicato o se si desidera un filone più piccolo.
Dare una preforma a sfera e attendere 10 minuti
Fare la forma definitiva che può essere a boule (sfera) o a batard (filone).
Mettere in un bannetton (cestino per lievitazione) infarinato con farina di grano duro a lievitare.
Come mio solito ho lasciato il pane lievitare in frigo per 24 ore, così da poterlo cuocere con calma il giorno successivo, ma anche per permettere alla proteolisi di "smontare" per benino le catene del glutine.
Come previsto la biga ha avuto un grande effetto sulla lievitazione, in frigo la massa è più che raddoppiata.
Se procedete invece a TA siate sicuri che la massa sia più che raddoppiata prima di infornare.
Nel qual caso anche in frigo sia più che raddoppiata allora potete scaldare il forno e mettere il pane in forno appena uscito dal frigo, senza farlo tornare a temperatura ambiente. 

Per cuocere il pane scaldare il forno e la pietra refrattaria a 250°. Più calda è la pietra migliore sarà il risultato.
Ecco lo schema di cottura usato:
10 minuti a240° con vapore e forno statico.
45 minuti a 200° forno statico
10 minuti a 200°
ventilato e forno in fessura.
Finita la cottura ho lasciato raffreddare il pane in verticale all'interno del forno.

Questo è il prodotto finito, in particolare nella foto ho fatto un unico filone da 2,2 kg.




mercoledì 18 novembre 2015

Le semoline e la focaccia

Ovvero le ciabattine di sola semola a lievitazione naturale e la focaccia.


La faccio breve. Avevo rinfrescato tutti i lieviti e avevo pianificato di fare dei bei pani, ma... e c'è sempre un ma, non avevo tenuto conto dei bambini. Li devo portare fuori. Che faccio metto i lieviti in frigo e rimando? Sia mai!
Ho improvvisato una ricetta, ed è così che sono nate le semoline.
Per questa ricetta bisognerebbe avere del lievito di semola rimacinata idratato al 100%, ma se non lo avete va bene anche un lievito in coltura liquida al 100% di idratazione di farina bianca. Se ne avete uno solido bisogna aggiungere circa 45 grammi di acqua.

Ho usato della semola rimacinata di grano duro varietà saragolla e della semola di grano duro Senatore Cappelli integrale, entrambe dell'Agricola Di pietro di Capena.
Per circa 15 ciabatte da 100 gr a crudo
IMPASTO
Rimacinata di saragolla 520 g
Semola di senatore cappelli 200 g
Lievito di semola rinfrescato 270 g
Acqua 495 g
Sale 18 g
Olio 50-70g

Aggiungere in macchina tutti gli ingredienti ad eccezione di un 10% di acqua, del sale e dell'olio.
Dopo 3 minuti di impastamento aggiungere il sale e mettere la restante acqua a filo quando la massa avrà preso corda. Una volta che tutta l'acqua sarà assorbita inserire l'olio a filo un poco per volta. 
Non inserire tutto l'olio se vedete che la massa non riesce ad assorbirlo o che si smolla troppo.

Finito l'impasto tirate fuori dall'impastatrice la massa, mettere tutta la massa in un contenitore leggermente unto e lasciatela due ore a puntare a TA. 
Passato questo tempo riporre la massa in frigo per 18-20 ore.
Nel frigo la massa aveva raddoppiato. 

Tirare fuori la massa, lasciarla un'ora a TA e procedere con lo staglio (l'operazione di suddivisione dei panetti).
Da qui si possono prendere due strade.
Con circa la metà dell'impasto (800 gr) si può stendere a focaccia, in una teglia 30x40 in ferro blu leggermente unta sul fondo, con le mani unte in modo che l'impasto non si appicichi. 
Una volta stesa tagliare dei pomodorini pachino, ciliegino o la varieta (piccola) che preferite e affondarli sopra la massa. 

Con il resto dell'impasto fare delle palline da circa 100 gr. 
A questo punto si lascia lievitare per circa 4-6 ore.
Per la focaccia si riconosce che è pronta quando i pomodorini sono quasi scomparsi.

Se volete accelerare la lievitazione potete riporre l'impasto nel forno e disporre sul fondo del forno un pentolino pieno di acqua bollente. Il calore dell'acqua e l'umidità favoriranno la lievitazione finale.

Riscaldare il forno. 
Prima di infornare condire la focaccia cospargendovi sopra olio, sale e origano (o maggiorana se preferite) in abbondanza
Per la focaccia ho usato il forno F1 P134H. Ho impostato la temperatura a 300° sotto per circa 10 minuti, poi ulteriori 4 minuti sempre a 300° anche con la resistenza superiore. Quando la focaccia ha un bel colorito caramello sfornarla.
Se disponete di un forno domestico impostarlo alla massima temperatura e disporre la teglia vicino al fondo. Gli ultimi 4-6 minuti potete accendere il grill superiore fino alla doratura desiderata.


Per le ciabatte impostare il forno a 250 con la pietra refrattaria. Quando la pietra sarà calda infornare per 7-9 minuti direttamente sulla pietra. 
Se non disponete di pietra refrattaria si può utilizzare una teglia rovesciata e debitamente arroventata nel forno.

Ecco le ciabatte

Ed ecco invece la foaccia
 E il suo interno.
E' veramente morbidosa! Un vero materassino!

Le ciabatte invece se non le consumate tutte subito vi consiglio di congelarle e scongelarle all'ocorrenza.
Per scongelarle le potete mettere per 10 minuti in forno caldo a 150° C. Torneranno come appena fatte

mercoledì 4 novembre 2015

La pizza alla pala con Lievito Madre

Una prova di confronto tra il lievito madre e il lievito di birra.


Prima che iniziasse l'estate ho voluto provare a fare la pizza bianca alla pala e confrontare due impasti, uno con lievito di birra e uno con lievito madre.

Impasto con Lievito Di Birra
Ho usato un mix di farine forti, farine deboli, grano duro farro e integrale.
L'impasto è maturato per 48 ore in frigo ed ha fatto 6 ore di appretto a Temperatura Ambiente.
L'idratazione era dell'80%.
Per impastare ho usato acqua mista a ghiaccio che favorisce il mantenimento della temperatura durante l'impasto e non fa salire troppo la temperatura durante l'impastamento a macchina. Nelle 48 ore di frigo difatti l'impasto è cresciuto davvero poco, non ha neanche raggiunto il raddoppio, segno del fatto che il lievito era praticamente fermo.

Impasto con LDB per 1 kg di pasta
Farina forte (35%) 192 g
FArina debole (35%) 192 g
Farro (5%) 27 g
Integrale (5%) 27 g
Grano duro (20%) 110 g
Acqua (80%) 438 g
Lievito (0,18%) 1 g
Sale (2%) 11 g

Impasto con Lievito Madre
Per il LM ho optato per un impasto veloce dato che in frigo il mio LM tende a strapparmi la maglia glutinica.
Ho fatto la stessa spezzatura eliminando la farina forte e sostituendola con una farina di media forza (ca W260), 12,5% di lievito madre e 80% di idratazione.
L'impasto ha maturato in massa per circa 8 ore a TA e circa 6 ore di appretto dopo lo staglio.

Farina debole (70%) 360 g
Farro (5%) 26 g
Integrale (5%) 26 g
Grano duro (20%) 103 g
Acqua (80%) 411
Lievito (12,5%) 64 g
Sale (2%) 10 g

La percentuale di lievito madre utilizzata è appunto del 12,5%, quantità indicata per fare 14-16 ore a TA.
Il lievito, anche se in "piccola" quantità stava incominciando a strappar la maglia glutinica, quindi probabilmente con questo caldo è troppo anche quel 12,5%.

Le ho impastate entrambe a macchina fino ad una buona incordatura, stagliato e formato i panetti allo stesso momento.

La cottura è stata fatta nel forno a legna (FAL) a circa 300-320° C.
Questi sono i risultati:
Pizza con Lievito Madre:

Pizza con lievito di birra:

Ora a parte il diverso grado di cottura sulla parte superiore, che non ha inciso granché, queste sono le sensazioni al morso:
Con LM: Pizza che tende leggermente all'acidulo, forse per le troppe ore a TA, esterno leggermente croccante ed interno leggermente panoso senza alveoloni terra-cielo. Sapore appunto panoso. Da calda comunque è molto buona. Da fredda è ancora mangiabile, leggerissima gomma ma morbida. Il lievito madre conferma le sue capacità di mantenere i prodotti mangiabili anche da freddi al contrario del lievito di birra.

Con LDB: Al morso è una nuvola, si sente la differenza con le 48 ore di frigo. Croccante fuori e scioglievole dentro. Da appena sfornata è divina. Quando si fredda, dopo 6 ore tende ad indurire e non è più granché mangiabile.

Quello che sto cercando: una pizza che abbia dei grossi alveoloni, che sia scioglievole in bocca e che possa essere mangiabile anche il giorno dopo, senza avere una gran gomma.
Voglio utilizzare il lievito madre (ma non obbligatoriamente) perchè il LM dona una conservabilità al prodotto che il LDB non riesce a dare, almeno sul pane, ma la pizza non è tanto differente.
L'obiettivo è quello di non far prendere tutte le mattine quella schifo-pizza al forno ai bambini.
Quindi un prodotto che magari anche da scongelato possa andare bene ed essere accettabile senza essere scaldato.
Le prove continuano... stay tuned! 

Appunti per la prossima volta:
Utilizzare una quantità di lievito madre leggermente superiore (20-25%) ed utilizzare obbligatoriamente il frigo. Il frigo aiuta la proteolisi della farina ma aiuta anche a stemperare la nota di acidulo che l'impasto prende maturando a temperatura ambiente, soprattutto in stagioni calde o semi calde.

Provare a fare la pizza con il water roux.











martedì 3 novembre 2015

Il pane con i semini

Qualche tempo fa sono stato in Trentino Alto Adige, terra meravigliosa che ti regala sempre ricordi ed eomozioni che non svaniranno mai.
Un giorno, mentre pranzavo in un ristorante vicino le piste da sci, mi è capitato di assaggiare un pane eccezionale, molto giallo all'esterno e con una mollica morbidissima, integrale e ricca di semini. Dalla forma sembrava un filoncino neanche troppo grande.
Dato che non è piaciuto solo a me, tornato a casa ho cominciato le prove per riprodurlo.
Mi sono messo a pensare come poter riprodurre una mollica così morbida, ed ho pensato di riprodurre quel tipo di impasto mettendoci la patata bollita dentro. Anche in trentino, come in tutti i paesi tedeschi, usano tantissimo la segale, quindi questo è un'altro ingrediente di sicuro utilizzo. La mollica inoltre era brunastra, sintomo di farina integrale, ed era poi particolarmente scioglievole, probabilmente sintomo di utilizzo di qualche grasso animale. Beh questo non lo volevo mettere nell'impasto, e quindi io ho optato per l'olio di oliva.
Beh, che dire, le prime prove non sono venute male, ma ancora non ero arrivato al risultato.
Lo scorso sabato mattina, preso dalla voglia di fare un pochino di pane, dato che erano due settimane che non lo producevo, ho pensato di rifare anche questo. Li per li ho cominciato con l'impasto ma ad un certo punto, ho pensato: Cacchio, mi sono dimenticato le patate lesse!!!
Ho quindi aperto l'armadio delle farine in cerca di un sostituto. Fiocchi di patate? Neanche a parlarne, assenti. Mi cade l'occhio su un sacchetto dal contenuto giallino, farina di mais fumetto. Ma sì proviamo, anche se dovrebbe essere trattata con water roux, ce la butto comunque a crudo. Chi vivrà vedrà!
Risultato? Incredibile, mi sono avvicinato tantissimo a quello che cercavo, mia moglie, che non ama il pane integrale, mi ha detto: "Ma perché non fai sempre questo pane che è buonissimo?"
Sono rimasto sbalordito!
Ho quindi deciso di cominciare a pubblicare la ricetta che sarà soggetta a ulteriori perfezionamenti.
L'impasto è un diretto fatto con lievito naturale. Servono quindi farine deboli e non troppo forti.
Queste sono le dosi. Si ottengono due filoncini del peso di circa 550 grammi cadauno da crudo.

Si comincia con il soaker, ovvero l'ammollo dei semini in acqua. Una specie di autolisi per i semi. Questo servirà a farli aderire bene all'impasto e a far si che durante la cottura non secchino troppo la pasta attorno adessi assorbendo la loro acqua.

Soaker
Semi di girasole 22
Semi di lino 22
Semi di zucca 22
Semi di papavero 6
Semi di sesamo 24
Acqua Soaker 119
Totale 213
Si lascia una mezz'ora in ammollo e poi si procede con l'impasto.

Impasto
Farina per pane W<260 tipo 0 o 1 204 g
Farina integrale 166 g
Farina di segale 43 g
Farina di mais 62 g
LMS 119 g
Acqua 261 g
Olio EVO 24 g
Sale 9 g
Acido Ascorbico (opzionale) 0,019 g
Soaker 213 g
Totale 1100

Procedimento
Esperimenti in corso

Utilizzando la farina di mais ho pensato di fare una specie di "water roux" con la farina di mais. Praticamente ho messo a bollire 4 volte il peso della farina di mais (praticamente quasi tutta l'acqua dell'impasto) e quando bolliva ho versato a pioggia la farina di mais. Ho mescolato per un minuto/due e ho lasciato freddare. Durante l'impasto ho dovuto aggiungere un pochino di acqua ad occhio.
Mi sembra che il water roux di mais agisca come una specie di autolisi, favorendo leggermente la lievitazione mettendo a disposizione zuccheri pronti.
Fine Esperimenti
Si versa il lievito in macchina, si fa sciogliere leggermente, poi si butta tutta la farina e un 90% dell'acqua. Se l'impasto risulta ancora grumoso, aggiungere piano piano tutta l'acqua fino a completo assorbimento.
Si aggiunge quindi il sale e di seguito l'olio a filo.
In ultimo si rovesciano tutti i semini sull'impasto e si fa incordare per bene.
Se è avanzata dell'acqua e l'impasto ha una ottima maglia glutinica per reggere ulteriore acqua, provare ad aggiungere poco per volta l'acqua rimanente, fino a che l'impasto lo assorbe.
I semi si mettono alla fine perché non facilitano

Finito l'impasto si rovescia sulla spianatoia e si fanno 2 o 3 giri di pieghe a 3, fino a che la massa non risulta bella compatta.
A questo punto si hanno due strade. Si può mettere in frigo per 8-16 ore oppure procedere direttamente alla formatura.
Se lo fate la sera, utilizzate tranquillamente il frigo e poi riprendete la lavorazione al mattino, il risultato è il medesimo. Alla mattina dovrete lasciare l'impasto 1 o 2 ore fuori dal frigo per permettergli di tornare a TA.

Dividere l'impasto in pezzi da 550gr cadauno, preformare a sfera, lasciar riposare 10 minuti, riprendere l'impasto e chiudere a filoncino.
Io ho messo l'impasto a lievitare in teli di lino rigido per non fargli perdere la forma, se non li avete potete usare dei teli di cotono sterilizzati e bolliti (non vorrete mica l'impasto che profuma di ammorbidente vero?) e asciugati, ai bordi dei quali metterete dei sacchetti di zucchero o di sale o di pasta, per permettere al canovaccio di tenere la forma del pane e non far spanciare i filoncini.
Il pane si mette a lievitare con la chiusura verso l'alto
Se avete dei cestini per pane da 500 o da 750, potete usare tranquillamente quelli. Io ho solo quelli da 1 kg, non li ho usati proprio per riprodurre il filone di piccola pezzatura che ho mangiato.
Si lascia lievitare per circa 8-10 ore alla temperatura di 20-22°. Insomma fino al raddoppio minimo.
Si rovescia sulla pala da infornamento facendo andare la chiusura verso il basso.

TAGLIO O NON TAGLIO?
Il pane che sto cercando di riprodurre io non ha dei tagli, ma è tutto chiuso ed ha una mollica soffice e cotonosa.
Se non fate i tagli, vi verrà un pane con la mollica leggermente più chiusa (anche se probabilmente si sfogherà da solo in cottura aprendosi su di un lato).
Se fate i tagli invece avrete una mollica più vaporosa e più aperta.
Io li ho provati entrambi, naturalmente quello con il taglio si è aperto maggiormente, mentre quello senza taglio ha una mollica più fine e regolare. Potete vedere i risultati in foto in fondo alla pagina.
Insomma, avvertiti, adesso de gustibus!

Si inforna su pietra refrattaria a minimo 250°

Cottura
240° statico x 10 minuti con vapore
200° statico x 50 minuti
200° statico o 180° ventilato x 10 minuti con lo sportello in fessura


Appunti
Nella ricetta è riportato l'utilizzo di acido ascorbico. E' opzionale. Un motivo per cui l'ho usato è che in trentino una delle farine più diffuse è la Rieper, la quale addiziona tutte le proprie farine di acido L-ascorbico per l'appunto. Io ho voluto utilizzarlo inoltre perché uso una farina dell'Agricola di Pietro che è una tipo 1 molto debole, derivata da un grano tenero di nome Abbondanza. Credo stia intorno ai 200-220 di W, ma se ben lavorata ha un glutine ottimo. Ci ho fatto anche un'80% di idro per la teglia.
L'idratazione finale, compresa di tutti gli ingredienti, è di circa l'80%.

I semi possono essere variati, l'importante è che siano presenti quelli di lino, i quali messi in ammollo, creano una mucillagine che li incolla all'impasto.

Non ho praticato tagli sul pane sempre per lasciargli quell'effetto cupolone tondo sopra che ho appunto visto.

Ecco le foto del risultato. Di quattro filoni e due altre pagnotte da un kg, mi è rimasto solo questo. I commensali venuti alla festa della domenica se lo sono fatto incartare!






Questo è invece il filone sul quale ho effettuato il taglio.


lunedì 2 novembre 2015

L'u scquanet (o squanete). Pane tipico di Altamura

Il pane di Altamura è uno dei pani più buoni che abbia mai mangiato.
E' caratteristico appunto della zona di Altamura, in provincia di Bari ed è fatto con una miscela di varie varietà di semola rimacinata di grano duro.
Non essendo originario di quelle parti non so come si scriva correttamente e tanto meno come si pronunci, ma lo squanete è il pane accavalloto.
Si riconosce per la tipica forma a "ferro di cavallo". L'angolo del pane nella parte posteriore dovrebbe essere intorno ai 90°, mentre la fetta deve avere la tipica forma a cuore.

Io ho provato a rifarlo, ma essendo solo la seconda pagnotta che provo e non avendolo mai visto fare dal vivo ma solo su youtube ho provato ad avvicinarmi quanto più possibile alla forma originaria.

Per fare il pane di Altamura esiste un disciplinare, il quale riporta parecchie informazioni, che però devono essere rivisitate in funzione della produzione casalinga.
Difatti il disciplinare parla di un 20% di lievito di sola semola rimacinata su 1 quintale di farina, che devono essere impastati con una braccia tuffanti.
Beh a casa non ho un quintale di farina e tanto meno una braccia tuffanti, quindi ho rivisto la ricetta per le esigenze casalinghe.
Procediamo con ordine. Scrvierò di seguito le mie operazioni e le differenze con il disciplinare.
Con l'impasto seguente verranno due pagnotte di circa 1,5 kg da crudo.
La pagnotta con la forma accavallata di solito varia dai 2 ai 5 kg.

Ho rinfrescato due volte il mio lievito di semola (il disciplinare ne prevede 3 di rinfreschi) per arrivare alla quantità di 500 gr. Più volte lo rinfrescate, più il lievito sarà in forma e spingerà bene la vostra forma.
Il lievito lo tengo circa al 60-65% di idratazione ed uso una semola rimacinata di grano duro varietà saragolla dell'Agricola Di Pietro di Capena.

Impasto
Semola rimacinata di grano duro 1350 gr
Lievito naturale di semola 500 gr
Acqua 950 gr
Sale 31 gr

Ho impastato con l'impastatrice a spirale ed ho incordato per bene, aggiungendo ancora circa 50-70 grammi di acqua a fine impasto perché mi sembrava ancora abbastanza duro.
Ho lasciato puntare la massa per 2 ore a temperatura ambiente (Circa 20-22 °C). Se fa più caldo ne servono anche meno. Durante il riposto ho effettuato due pieghe a 3.
Ho spezzato la massa in due parti da circa 1500 gr cadauna, e le ho lasciate riposare ancora un'ora sul piano infarinato e coperte a campana.
Quando hanno raggiunto circa il raddoppio, ho accesso il forno, atteso ancora 30 minuti e formato.
Lasciato riposare la forma per 10 minuti, fino a che la pietra arrivava in temperatura, ed infornato.
Lo schema per la cottura è il seguente:

10 minuti con vapore a 250° C e forno statico
45 minuti senza vapore a 200° C e forno statico
20 minuti senza vapore a 190° C e forno ventilato con sportello in fessura.

Spegnete il forno e lasciate raffreddare nel forno spento con il pane in verticale e lo sportello in fessura.
Questo permetterà alla crosta di consolidarsi e diventare bella croccante, nonché di far asciugare per bene la mollica.

Ed ecco le foto, ci sta ancora qualcosa da migliorare ma ci siamo quasi.
Bisogna migliorare la formatura e quindi la troppa mollica nei pressi dell'angolo in basso, è troppo ammassata.
Migliorare di un pelo la cottura, la mollica era ancora leggermente umida.



La fetta spessa più di un dito vista in controlu



Buon pane e fatemi sapere come lo trovate!

martedì 27 ottobre 2015

Gelatine ai lamponi

In questo periodo i lamponi producono una quantità industriale di frutti, e tra marmellate, succhi di frutta e altro, non sapevo più cosa farci!
Incuriosito anche da un'articolo di Bressanini, mi sono messo a cercare e ho trovato una ricetta per fare delle gelatine di frutta che ho modificato.
I bambini ne vanno pazzi! (perché gli adulti no?!)
Premetto che la purea di lamponi l'ho ottenuta passando i lamponi all'estrattore di succhi per circa 6-8 volte fino a che non sono rimasti solo i semini.
Un alternativa è frullare i lamponi e passarli in un colino molto molto fine.

270 g di purea di lamponi
7 grammi di agar agar
310 g di zucchero
70 g di glucosio

Mescolare tutto insieme, con un pò di succo di limone se lo si desidera. Portare ad ebollizione (106° per la precisione) e colare negli appositi stampi.
Il passaggio a 106° è fondamentale per far venire una gelatina più consistente.
Lasciar freddare e passare in frigorifero per almeno 12 ore.

Passare nello zucchero semolato e mettere in un luogo fresco ed asciutto per la conservazione. Se lo volete conservare per più di qualche giorno consiglio sempre il frigorifero.

Se vedete che lo zucchero non si attacca, allora mettere a bollire un pò di acqua, con uno spargifiamma o un qualcosa del genere, passare le gelatine poggiate sullo spargifiamma sopra il vapore, per circa 10-20 secondi. Passare subito nello zucchero semolato e riporre via.


lunedì 26 ottobre 2015

Pane di grano solina, lievito di segale e tritello

Con utilizzo del frigo

La scorsa settimana sono passato al Mulino di Capena (il mio produttore preferito di farine) a ritirare "un po" di farina. Umberto (il proprietario) mi ha chiesto se volevo provare un "nuovo prodotto". Il Tritello. Questo tritello ha una granulometria al tatto simile alla semola non rimacinata. Ha un colore grigio chiaro con piccole parti visibili di crusca e aggiunge un ottimo sapore al pane e fa virare la mollica verso un color tortora.
Praticamente il tritello è la parte esterna della crusca che viene "eliminata" quando si macina la farina. Le parti di crusca che vengono tolte sono crusca, cruschello, tritello e farinaccio ordinati per dimensione di grandezza.
Il grano solina (o rano solina) è un grano tenero di origini abruzzesi, coltivato appunto sugli altopiani abruzzesi da centinaia di anni. Ha una bassa resa ma conferisce un ottimo sapore e profumo al pane.

Ho così messo nero su bianco questa ricetta, ragionando come poteva essere meglio usare il lievito di segale che avevo rinfrescato. Ho deciso di usare il lievito di segale in un impasto diretto in modo da ritrovare anche una buona percentuale di segale nell'impasto, così da conferirgli un sapore più rustico.

Ho quindi rinfrescato il mio lievito di segale e ne ho messo circa il 27% nell'impasto.

Vi riporto le dosi per 1,1 kg di impasto totali, giusti giusti per un banneton da 1 kg.
ImpastoPercentualePeso
Farina di grano solina65,60%440
Tritello16,40%111
Lievito di segale27,00%181
Acqua53,00%355
Sale2,00%13
Acido Ascorbico0,004%0,020
Totale164,004%1100,020
Ho usato l'acido ascorbico per arginare l'eccessiva proteolisi che deriva da un'uso così elevato del lievito di segale. Se non l'avete potete tranquillamente ometterlo. Come vedete le quantità da utilizzare sono infinitesimali (3-5 grammi di acido ascorbico per quintale di farina).

L'acqua è ridotta al 53% perché il lievito di segale è idratato al 125% ed essendo in gran quantità porta con se una buona dose di acqua.

L'idratazione finale dovrebbe essere intorno al 68%.

 Ho impastato con la solita procedura (sciolto il lievito in un pochino di acqua, tutta la farina, 80% dell'acqua, dopo 3 minuti inserito il sale, quando il glutine si è quasi tutto sviluppato inserito l'ultima acqua e chiuso l'impasto), lasciato sul piano per due ore nelle quali ho effettuato 3 giri di pieghe a tre, preforma a sfera, forma a batard e infine nel cestino di lievitazione.

Ho lasciato il cestino con dentro il pane per 2 ore a TA, 24 ore in frigorifero nelle quali è raddoppiato e alla fine dritto in forno su pietra refrattaria.

Lo schema per la cottura è il seguente:

  • 10 min @ 240° con vapore e forno statico 
  • 40 min @ 200 forno statico 
  • 10 min @ 180° forno ventilato ed in fessura. 
Ho quindi spento il forno e lasciato il pane dentro con il forno in fessura per altri 20-30 minuti, dopodiché va messo a raffreddare in verticale.

La mattina successiva affettato e mangiato con un pò di marmellata di limoni spalmata sopra!
Il sapore ricorda quello di un pane integrale ma non è un pane integrale, ha un sapore rustico conferito dal tritello e dalla segale, inoltre la farina di grano solina ha un sapore inconfondibile, a dir poco sopraffina!
La usa anche Giancarlo Casa per le sue pizze. Devo provare pure io ad aggiungerla. Tra l'altro me la sono fatta dare sia 0 che integrale.

Ecco un paio di foto del pane finito:

Questa è la sezione, come potete notare l'alveolatura risente della parte di segale aggiunta e della parte di integrale portata dal tritello, comunque rimane una buona alveolatura.
Ciao e alla prossima